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Matera, 15 novembre 2019, presentazione del volume di G. Viscardi

Comunicato stampa

Vita sociale e mentalità religiosa in Basilicata. Il 15 novembre 2019, a Matera, l’Associazione per la storia sociale e del mezzogiorno e dell’area mediterranea presenta la Basilicata di Viscardi fuori dai luoghi comuni.

In catalogo nelle Edizioni di Storia e letteratura, edizioni di cultura fondate a Roma nel 1943 dal grande intellettuale lucano Don Giuseppe De Luca: “Come si presentavano la società e la mentalità religiosa nella Basilicata d’Antico Regime e come sono cambiate nel passaggio all’età contemporanea? Quale ruolo vi hanno svolto le istituzioni ecclesiastiche, gli ordini religiosi e le confraternite? Sono ancora valide la ‘sentenza’ di Levi che Cristo si è fermato a Eboli e la tesi del «familismo amorale» di Banfield per comprendere l’arretratezza meridionale? A queste ed altre domande cerca di rispondere questo volume, attraverso una approfondita indagine storica su una regione per certi versi ancora poco esplorata”.

Ne ha scritto Marco Roncalli: “E’ un pezzo di Mezzogiorno per secoli luogo di incontro e scontro tra sensibilità e culture. È una terra dove istituzioni religiose e civili hanno dialogato e si sono combattute. È una galleria di profeti dove spiccano vescovi zelanti e santi taumaturghi. E non sembra essere mai stato il posto che agli occhi di Carlo Levi – qui come altri al confino per antifascismo – apparve abbandonato da Dio e dagli uomini […]”. Le indagini di Viscardi finiscono per sgretolare luoghi comuni. Quelli che hanno reso dura la corteccia dei miti, con stratificazioni storiografiche spesso fuorvianti, accettate sacrificando un’evidente complessità. Insomma si può provare a scrivere una storia del Meridione e della Basilicata anche diversa. Senza rassegnarsi a considerare questa terra come l’altra Europa, un luogo di miseria e superstizione.

Jean Delumeau nella prefazione al volume: “C’est une région qu’il connait profondément de l’intérieur et que ses enquètes parcourent inlassablement. Aussi a-t-il pris rang aujourd’hui parmi les grands spécialistes actuels de l’ethno-histoire. D’autre part, il ne cesse de proclamer dans ses articles, sa dette, tant scientifìque que sentimentale, envers ses illustres devanciers, notamment Giuseppe De Luca et Gabriele De Rosa. Enfin il est familier de la littérature internationale qui s’est consacrée depuis bientòt un siècle au «vécu religieux» des régions aux quelles il consacre inlassablement ses recherches”.